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| attentat de la gare de bologne | |
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+7pierre totor undercover michel-j frederic lavachery Limir michel 11 participants | |
Auteur | Message |
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michel Admin
Nombre de messages : 8625 Localisation : Bruxelles Date d'inscription : 16/11/2005
| Sujet: attentat de la gare de bologne Mer 17 Nov 2010 - 10:55 | |
| http://fr.wikipedia.org/wiki/Attentat_de_la_gare_de_Bologne _________________ "Ne rien nier à priori, ne rien affirmer sans preuve." ( Dr. Robert RENDU)
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| | | michel Admin
Nombre de messages : 8625 Localisation : Bruxelles Date d'inscription : 16/11/2005
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Mer 17 Nov 2010 - 10:56 | |
| Vidéo :
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.fr.html
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.CAB8001203901.non.fr.html#containerVideo
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.CAB8001224001.non.fr.html#containerVideo
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.CAA8001247801.non.fr.html#containerVideo
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.CAA8001321401.non.fr.html#containerVideo
http://www.ina.fr/histoire-et-conflits/epoques/dossier/1850/attentat-de-la-gare-de-bologne.20090331.CAA8001415401.non.fr.html#containerVideo
_________________ "Ne rien nier à priori, ne rien affirmer sans preuve." ( Dr. Robert RENDU)
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| | | Limir
Nombre de messages : 248 Date d'inscription : 23/11/2017
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 9:56 | |
| Miroir en Italie: Procès de Palerme sur la "Négociation Etat-mafia".
Pour trouver la vérité dans les Affaires qui font l'Histoire, il faut : - des hommes courageux - une organisation de la justice et des institutions qui permet aux magistrats, policiers et autres serviteurs de l'Etat d'être et de rester courageux dans la durée...
La mafia n'abandonne jamais ses objectifs et les poursuit envers et contre tout. L''Etat démocratique ne peut donc JAMAIS plier, et doit prendre et tenir ses positions dans la durée ...
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2018/01/26/news/trattativa_stato-mafia_condannate_mancino_mori_e_dell_utri_-187323508
Trattativa Stato-mafia, l'atto d'accusa dei pm di Palermo. “Condannate Mancino, Mori e Dell’Utri” La procura chiede 6 anni per l’ex ministro dell'Interno accusato di falso, 15 per il generale del Ros, 12 per l’ex senatore Forza Italia. Cinque anni per Ciancimino, accusato di calunnia. In totale, 90 anni di carcere. Di Matteo lascia Palermo. di SALVO PALAZZOLO
"Sono colpevoli e vanno condannati", dice il pubblico ministero Vittorio Teresi. Gli uomini dello Stato e gli uomini della mafia accusati di aver dialogato - peggio,trattato - mentre esplodevano le bombe fra la Sicilia e il Continente. "15 anni per il generale Mario Mori, 12 per il generale Antonio Subranni e il colonnello Giuseppe De Donno - le richieste della procura alla corte d'assise sono pesanti - 12 per Marcello Dell'Utri". Fra gli imputati c'è pure l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, accusato di aver detto il falso: per lui la procura chiede una condanna a 6 anni.
Una condanna viene chiesta anche per i mafiosi che vollero minacciare lo Stato a suon di bombe: "16 anni per Leoluca Bagarella, 12 per Antonino Cinà", dice Teresi, accanto a lui ci sono i colleghi Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene. Tutti in piedi davanti ai giudici.
Una richiesta dello stesso tenore sarebbe arrivata anche per l'imputato principale di questo processo, l'artefice della strategia stragista, il capo di Cosa nostra Salvatore Riina, che è morto a dicembre. Per Massimo Ciancimino, accusato di calunnia nei confronti dell'ex capo della polizia Gianni Di Gennaro, la procura chiede 5 anni.
Per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, viene invece sollecitato il "non doversi procedere per intervenuta prescrizione". Stessa richiesta per il pentito Giovanni Brusca. "Riteniamo di aver raggiunto la prova piena della responsabilità degli imputati - dice l'accusa - alcune tessere di questa storia sono sporche di sangue. Il sangue delle vittime delle stragi".
Dopo 4 anni e 8 mesi di dibattimento, 210 udienze, il processo Trattativa Stato-mafia è all'ultimo capitolo, davanti alla corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto (giudice a latere Stefania Brambille).
"Questo processo riguarda i rapporti indebiti fra Cosa nostra e alcuni esponenti delle istituzioni", hanno detto i pubblici ministeri nel corso delle otto udienze della requisitoria. Per la prima volta, mafiosi e uomini delle istituzioni sono insieme sul banco degli imputati. Sono accusati di minaccia e violenza a un Corpo politico dello Stato.
"Nel 1992, con il delitto dell'eurodeputato Lima e poi con le stragi Falcone e Borsellino, i mafiosi volevano vendicarsi, ma anche inviare un messaggio di ricatto al governo e alle istituzioni, Cosa nostra cercava la mediazione". Questo il cuore dell'atto d'accusa della procura. I pm hanno citato anche le parole di Totò Riina intercettate in carcere qualche anno fa: "Io al governo gli devo vendere i morti".
LA PRIMA TRATTATIVA Secondo l'accusa, nel 1992, "gli uomini del Ros avviarono una prima trattativa con l'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, che avrebbe consegnato un "papello" con le richieste di Totò Riina per fermare le stragi". Circostanza negata dai carabinieri imputati, ma del "papello" non ha parlato solo il figlio di Vito Ciancimino, oggi in carcere per calunnia, ma anche un autorevole dichiarante, il boss Pino Lipari, l'ex ministro dei lavori pubblici di Provenzano, che ha accettato di deporre in aula. Mori ha poi sempre negato di avere incontra La procura ritiene diversamente. Durante l'inchiesta "Trattativa" è emerso che un mese dopo la morte di Falcone, l'allora capitano De Donno chiese una "copertura politica" per l'operazione Ciancimino (il dialogo segreto con l'ex sindaco) al direttore degli Affari penali del ministro della Giustizia Liliana Ferraro, che però rimandò l'ufficiale ai magistrati di Palermo. Il 28 giugno, la Ferraro parlò del Ros e di Ciancimino a Borsellino, che le disse: "Ci penso io". E da quel momento, il mistero è fitto. Cosa sapeva per davvero Borsellino? A due colleghi disse in lacrime (un'altra circostanza che abbiamo scoperto attraverso l'inchiesta di Palermo): "Un amico mi ha tradito". Chi è "l'amico" che tradì? Alla moglie, il magistrato parlò del generale Subranni: "Mi hanno detto che è punciuto". Cosa aveva scoperto Borsellino? Gli ufficiali si sono sempre difesi: "Parlando con Ciancimino, volevamo solo arrestare Riina". Ma i pm hanno accusato: "Hanno agito fuori delle regole".
L'ACCUSA A MANCINO Sono state le parole dell'allora ministro della Giustizia Claudio Martelli ad aver messo nei guai l'ex ministro dell'Interno Mancino. "Mi lamentai con lui del comportamento del Ros", mise a verbale l'ex ministro della Giustizia davanti ai giudici di Palermo. "Mi sembrava singolare che i carabinieri volessero fare affidamento su Vito Ciancimino". Martelli ha affermato senza mezzi termini di aver chiesto conto e ragione a Mancino dei colloqui riservati fra gli ufficiali del Ros e l'ex sindaco mafioso di Palermo. Mancino ha sempre negato: ha detto di non avere mai parlato del Ros e di Ciancimino con Claudio Martelli. "Dice il falso", accusano i pm.
LA SECONDA TRATTATIVA Dopo l'arresto di Riina, nel 1993, i boss avrebbero avviato una seconda Trattativa, con altri referenti, Bernardo Provenzano e Marcello Dell'Utri. Mentre le bombe mafiose esplodevano fra Roma, Milano e Firenze, un altro ricatto di Cosa nostra per provare a ottenere benefici. "Dell'Utri ha fatto da motore, da cinghia di trasmissione del messaggio mafioso", accusano i pubblici ministeri. "Il messaggio intimidatorio fu trasmesso da Dell'Utri e recapitato a Berlusconi". E ancora: "Nel 1994, Dell'Utri riuscì poi a convincere Berlusconi ad assumere iniziative legislative che se approvate avrebbero potuto favorire l'organizzazione". Ma quando è emerso per la prima volta un indizio della cosiddetta "trattativa"? Al periodo agosto-settembre 1993 risalgono una nota del Sco della polizia e una nota della Dia, che riferiscono di una "trattativa" in corso. In quei documenti compare per la prima volta il termine "trattativa". Poi, tre anni dopo, fu il pentito Brusca a parlare ai magistrati della "trattativa" che Riina avrebbe portato avanti.
Dagli archivi del Dipartimento delle carceri, è saltato fuori invece un documento firmato dall'allora ministro Giovanni Conso, contiene la lista di quattrocento mafiosi a cui non venne prorogato il 41 bis. In un archivio del Viminale, i pm hanno trovato un altro documento: nel corso di una riunione del comitato nazionale dell'ordine e la sicurezza, del 1993, l'allora capo della polizia Parisi sollecitava un allentamento del regime carcerario. Per i pm, la linea della fermezza durante i mesi delle stragi fu solo una "retorica affermazione". Per la procura, invece, alcuni rappresentanti delle isituzioni trattarono. "Spinti da esigenze personali, politiche, da ambizioni di potere contrabbandante da ragion di Stato".
VERSO LA SENTENZA La settimana prossima, in aula toccherà alle parti civili costituite in giudizio: il Centro studi Pio La Torre, il Comune di Palermo, l'associazione Libera, l'associazione Familiari delle vittime della strage dei Georgofili, poi ancora la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Presidenza della Regione Sicilia e l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, parte lesa dal reato di calunnia contestato a Ciancimino. Quindi, sarà il momento delle difese.
La sentenza potrebbe arrivare ad aprile. Intanto, oggi è l'ultimo giorno di Nino Di Matteo al processo di Palermo. E' lui stesso a dirlo durante la requisitoria: "Con questa udienza, termina l'applicazione per me e per il collega Del Bene, che siamo ormai in servizio alla Direzione nazionale antimafia". Di Matteo ricorda i suoi 25 anni fra Palermo e Caltanissetta: "Già all'inizio di quest'ultima inchiesta, sapevo che avrei pagato un costo, e credo di non essermi sbagliato. Hanno più volte affermato che siamo stati mossi da finalità eversive, nessuno ci ha difeso, siamo rimasti isolati. Lo avevamo messo nel conto. Abbiamo agito - conclude Nino Di Matteo - solo per cercare la verità, nel rispetto delle leggi, rifuggendo ogni calcolo di opportunità".
Quel qu'il sera, on attendra le jugement, qui sera public et accessible (contrairement à ce qui est pratiqué en Belgique ...).
Dès à présent, on observe ici quelques mesures utiles pour permettre à l'Etat démocratique de récupérer le contrôle en Belgique:
1. En Italie, les actes d'accusation et les jugements sont publics et accessibles: les faits et leur reconstitution sont ainsi publiquement démontrés, chacun peut en vérifier la (non) complétude et la (non) cohérence.
2. En Italie, la société civile aussi contribue au caractère "public" du procès, et à l'"égalité des armes" indispensable à l'exercice des droits de la défense : la société civile s'est organisée en associations qui se constituent "partie civile" (acquérant ainsi droit d'accès à l'ensemble du dossier) pour défendre au nom des citoyens les victimes, en particulier les victimes "institutionnelles" maltraitées sinon assassinées pour avoir respecté et servi l'Etat démocratique.
3. En Italie, les magistrats ont nom et prénom lorsqu'ils interviennent, "debout devant la Cour" ... ils n'ont pas besoin de l'anonimat qui cache non seulement le courage d'exercer son devoir (et donc ne le soutient pas) mais aussi les infamies qui le trahissent (permettant à ces dernières de se reproduire et de contaminer le système). En Belgique, les journalistes doivent encore récupérer ce 4eme pouvoir qui est le leur, et restituer ainsi aux procès leur caractère "public".
4. En Italie, la loi sur la protection des témoins et les mesures en faveurs des repentis existent depuis dix ans (et viennent d'être révisées pour en améliorer l'effectivité).
Une recherche effective de la vérité, indispensable pour débloquer les démocraties captives... Dès lors un objectif central pour la réforme en cours en Belgique du code pénal ...
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| | | frederic lavachery
Nombre de messages : 469 Date d'inscription : 24/10/2010
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 10:57 | |
| L'attentat de Bologne me paraît être un bon analyseur de la période dont le point de bascule sont les accords d'Helsinki. Michel n'a pas eu de succès en ouvrant ce fil, Limir vous faites bien de le ranimer.
Vous nous dite que l'Etat démocratique ne peut JAMAIS plier et doit prendre et tenir ses positions dans la durée. Pour ce qui concerne la Belgique il y a une condition sine qua non : purger la question royale. |
| | | frederic lavachery
Nombre de messages : 469 Date d'inscription : 24/10/2010
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 10:58 | |
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| | | Limir
Nombre de messages : 248 Date d'inscription : 23/11/2017
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 16:39 | |
| De fait, erreur. La démocratie ne "purge" pas (le font les dictatures). Elle démontre.
La vérité dans l'Etat démocratique est le résultat : - d'institutions (les plus efficaces possibles), - d'hommes/femmes (les plus compétents, sérieux et courageux possible) pour les faire fonctionner, dans le respect (et selon la hiérarchie des normes suivante): - de la Convention Européenne des Droits de l'Homme - des Accords conclus dans le cadre de l'Union Européenne - de la législation belge en vigueur, utilisés et appliqués en substance et de bonne foi.
Ce faisant, on devrait arriver à une vérité judiciaire pas trop éloignée de celle que les historiens pourront dans le futur reconstruire. |
| | | michel-j
Nombre de messages : 2049 Date d'inscription : 17/01/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 17:28 | |
| - Limir a écrit:
- De fait, erreur.
La démocratie ne "purge" pas (le font les dictatures). Elle démontre.
La vérité dans l'Etat démocratique est le résultat : - d'institutions (les plus efficaces possibles), - d'hommes/femmes (les plus compétents, sérieux et courageux possible) pour les faire fonctionner, dans le respect (et selon la hiérarchie des normes suivante): - de la Convention Européenne des Droits de l'Homme - des Accords conclus dans le cadre de l'Union Européenne - de la législation belge en vigueur, utilisés et appliqués en substance et de bonne foi.
Ce faisant, on devrait arriver à une vérité judiciaire pas trop éloignée de celle que les historiens pourront dans le futur reconstruire. Tout ce qui précède ne relevant bien entendu que de la théorie la plus lénifiante qui soit... ceci dit sans vouloir vous froisser d'aucune manière, Limir. Dans la réalité de l'existence, si vous avez le malheur de vous coller à dos deux scélérats protégés des poursuites judiciaires par leurs réseaux "professionnels" ou "confraternels", exerçant de surcroît leurs talents en des fonctions ministérielles dans leur pays respectif, mouillés dans l'une des plus fabuleuses arnaques du siècle qu'il fut; vous avez toutes les chances de vous retrouver dans un cul-de-basse fosse "démocratique" sans pouvoir espérer l'aide de tartufes guignant la retraite la plus dorée qui soit dans les hautes sphères l'ADMINISTRATION JUDICIAIRE... un instrument pourri par la parfaite symbiose avec les gouvernements successifs faute d'avoir pu imposer une RÉELLE séparation des pouvoirs. Idem si vous vous colletez avec de hauts fonctionnaires de police unis par delà les frontières par de mémorables beuveries d'après raouts officiels et descentes dans les bordels pour se faire pomper le trop plein d'énergie... gratuitement pour faire voir aux macs "qui commande"... Cette formule crée des liens bien plus efficaces que tous les accords de partenariat officiellement signés devant les caméras pour anesthésier le gogo soucieux de sa "sécurité". Arguer que le monde "n'est pas parfait" équivaut tout simplement à contresigner la pérennité d'un état de fait pervers... celui de l'accaparement du pouvoir par des cercles issus des mêmes écoles, des mêmes corps de régiments, de mêmes confréries infiniment plus délétères dans leurs méthodes et leurs capacités de nuisance que tous les fiers à bras et sombres pitres du style Tony Montana.... dont les médias s'empressent de jouer les chantres, histoire de focaliser l'attention du public sur d'autres objectif que la toile d'araignée qui phagocyte doucement mais surement les libertés chèrement conquises par nos aïeux.
Dernière édition par michel-j le Sam 27 Jan 2018 - 19:37, édité 2 fois |
| | | frederic lavachery
Nombre de messages : 469 Date d'inscription : 24/10/2010
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 27 Jan 2018 - 19:03 | |
| - Limir a écrit:
- De fait, erreur.
La démocratie ne "purge" pas (le font les dictatures). Elle démontre.
La vérité dans l'Etat démocratique est le résultat : - d'institutions (les plus efficaces possibles), - d'hommes/femmes (les plus compétents, sérieux et courageux possible) pour les faire fonctionner, dans le respect (et selon la hiérarchie des normes suivante): - de la Convention Européenne des Droits de l'Homme - des Accords conclus dans le cadre de l'Union Européenne - de la législation belge en vigueur, utilisés et appliqués en substance et de bonne foi.
Ce faisant, on devrait arriver à une vérité judiciaire pas trop éloignée de celle que les historiens pourront dans le futur reconstruire. Erreur pour erreur, Limir. Je reconnais bien volontiers le caractère provocateur de mon message lapidaire en réponse à votre pétition de principe sur l'évidence de l'Etat démocratique, que vous affirmez de façon beaucoup plus ramassée dans votre réaction à ma sortie péremptoire. Je me situais donc, comme vous, dans la logique d'un argument qui pose comme établi ce que l'on entend démontrer. Je ne voudrais stériliser le débat. Sur les fondements de la méthode que je m'efforce de suivre, parfois sans toute la rigueur requise : Il y a bien bien longtemps déjà que j'ai compris que l'émancipation de la condition- plus que de la condition, de l'état - de victime nécessitait d'avoir compris ce qui vous est tombé sur la tête. Cette recherche m'a conduit, il y a plus de vingt ans, à examiner l'histoire de nos institutions par le miroir de la corruption et de toutes les formes de perversion de la règle légale et du prescrit constitutionnel. Il y a près de quarante ans, sans du tout me préoccuper de criminalité de droit commun, j'avais déjà conclu de mes observations qu'il était impératif de rechercher les sources du droit et de la morale au delà - ou deçà, puisqu'il s'agit de l'histoire de la culture - de ce qu'en disent la doctrine et la philosophie du droit. Je n'ai pas fini d'y travailler. Y aurait-il une anthropologie du mal - et donc du crime dans sa dimension morale, intentionnelle - qui traverse toutes les formes de l'administration des hommes ? La démocratie d'Etat, dont vous postulez la réalité abstraite comme preuve de sa réalité concrète, échapperait à cette anthropologie, à supposer que celle-ci soit l'un des caractères de l'humanité ? La question des limites à poser au Pouvoir et des moyens de les lui opposer n'a manifestement pas été purgée par deux ou trois mille ans de philosophie politique. La question n'est pas close par l'existence de juges intègres, d'enquêteurs incorruptibles, d'avocats honnêtes ou de journalistes scrupuleux. Ils en existe aussi dans les dictatures assumées, cela n'en fait pas des démocraties. Par contre, les assassinats de plusieurs d'entre eux en démocratie - surtout en Italie, nettement moins en France et encore moins en Belgique (pourquoi ?) - démontre l'impuissance de l'Etat de droit concret mais aussi, à mon avis, celle de la théorie constitutionnelle de l'Etat pour garantir concrètement la sauvegarde des droits de l'homme et même ceux du citoyen. |
| | | undercover
Nombre de messages : 2183 Date d'inscription : 24/03/2007
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Lun 11 Juin 2018 - 17:18 | |
| Un lien avec les tueries ? |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 11:39 | |
| https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/26/strage-di-bologna-non-solo-nar-per-la-procura-generale-coinvolti-anche-terza-posizione-e-ordine-nuovo-ora-visione-dinsieme/6017965/
Strage di Bologna, non solo Nar. Per la procura generale coinvolti Terza Posizione e Ordine Nuovo: “Forse Ustica accelerò attentato”
(traduction)
Une hypothèse qui ressort des travaux du bureau du procureur général, chargé d'enquêter sur les auteurs du massacre. Pour les magistrats, l'attentat aurait donc impliqué des personnes issues de diverses formations terroristes, unies pour un même objectif, nourries et cimentées par un fleuve d'argent, face auquel les différences idéologiques s'évaporent.
par F. Q. | 26 NOVEMBRE 2020
(...)
Selon les enquêtes menées par les enquêteurs du parquet général, cet effet se manifeste par l'accentuation du flux financier qui a alimenté la préparation de l'attentat, en juillet 1980, et se retrouve dans les propos de Carlo Maria Maggi, chef de l'Ordre nouveau en Vénétie, et d'Aldo Bellini, père de Paolo, l'ancien membre de l'avant-garde nationale, que la nouvelle enquête a placé à la gare le matin du 2 août 1980. Toujours pour le ministère public, dès la condamnation du massacre de Brescia, l'opération Bologne a été conçue dans le cadre d'une stratégie de tension non pas occasionnelle, mais programmée et prolongée dans le temps". De ces actes émergent les flux d'argent qui, pour le ministère public, ont financé le massacre, à partir de février 1979 : il y a eu une accélération en juillet 1980, immédiatement après Ustica, en correspondance avec les versements à Marco Ceruti, le bras droit de Licio Gelli, (un million de dollars entre le 20 et le 30 juillet).
(...)
L'audience qui s'ouvre le vendredi 27 novembre a pour but de discuter des éléments recueillis par les enquêteurs dans le cadre de l'enquête clôturée dans la 40ème année depuis le massacre de la station dans laquelle 85 personnes sont mortes et au moins 200 ont été blessées. En plus des quatre accusés, l'enquête du parquet général s'est concentrée sur les personnes qui ne pourront plus comparaître dans un tribunal parce qu'elles sont mortes. C'est-à-dire le chef du P2, Licio Gelli, son bras droit Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato, ancien directeur du Bureau des affaires confidentielles du Viminal, et le journaliste Mario Tedeschi, accusés d'être "les menteurs", c'est-à-dire les commanditaires, les financiers ou les organisateurs de l'attentat. Deux autres dates sont déjà inscrites au calendrier : le 4 et le 11 décembre. Les magistrats bolognais, qui ont coordonné les enquêtes de la Guardia di Finanza, de Digos et de Ros, ont identifié un fil noir qui, du Vénérable Maître de la P2, passe du cœur de l'État et aboutit aux extrémistes de droite, en passant par les agents de renseignement et les fauteurs de troubles, engagés pour tromper les enquêtes. Pour ceux qui soutiennent l'accusation, c'est la loge maçonnique, Propagande 2, qui a organisé et financé le massacre. Et derrière la bombe, à la gare, il y avait quatre esprits noirs.
(...)
Pour les magistrats des enquêtes précédentes, les éléments qui ont émergé des différents procès sur les grands massacres italiens et autres épisodes de terrorisme qui y sont liés n'avaient pas été évalués dans une vue d'ensemble. En particulier, et surtout, les procédures relatives à la P2 et au crash du Banco Ambrosiano. Cela a été possible grâce à la numérisation des actes qui nous permet d'établir des liens et d'enrichir l'image avec de nouveaux éléments. L'histoire personnelle de Paolo Bellini est considérée comme "conforme" à la figure de ceux qui ont été engagés pour participer à une action terroriste, comme le massacre de Bologne, alimentée par un énorme flux d'argent. Bellini est considéré dans un état similaire à celui des autres auteurs de l'attentat, à savoir Giusva Fioravanti, Luigi Ciavardini (condamné au premier degré, ndlr) et Gilberto Cavallini. Pour le bureau du procureur général, en effet, il y a des éléments qui permettent de dire que Bellini était un sujet inséré dans les rangs de la droite subversive, mais aussi lié à des appareils des services, impliqués, en outre, dans la diversion des enquêtes le 2 août, en raison de la contiguïté familiale, c'est-à-dire par le biais de son père Aldo. Parmi les preuves recueillies, outre la vidéo amateur, qui montre un visage jugé compatible avec le sien le matin de l'attaque, à la gare, il y a la reconnaissance par son ex-femme et la prédisposition d'un "faux alibi" pour le jour du massacre. À cela s'ajoute la disponibilité de l'argent en Italie et à l'étranger, y compris les dépôts en Suisse, qui ne sont pas compatibles avec une activité délinquante peu visible
(...)
Les nouvelles enquêtes font apparaître clairement "une structure de pouvoir qui a utilisé le terrorisme comme une variable dans ses jeux politiques. Cette partie du pouvoir qui n'a jamais eu de considération particulière pour la démocratie", affirment les défenseurs du panel des plaignants
(...)
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 13:14 | |
| https://www.dire.it/27-11-2020/535693-strage-di-bologna-oggi-la-prima-udienza-sui-mandanti-parte-un-processo-storico/
(traduction)
Attentat de Bologne, aujourd'hui la première audience sur les commanditaires : "Un procès historique commence"
"Aujourd'hui est le début d'un procès historique, car il conduira très probablement à la pleine vérité sur le massacre de Bologne. C'est un fait important non seulement pour les familles des victimes, mais aussi pour tous les citoyens italiens". C'est ce qu'a déclaré le président de l'association des parents des victimes du 2 août 1980, Paolo Bolognesi, en marge de l'ouverture de l'audience préliminaire aujourd'hui au tribunal de Bologne avec les accusés Paolo Bellini (qui, apprend-on, est présent dans la salle d'audience), Domenico Catracchia, Quintino Spella et Piergiorgio Segatel, pour lesquels le parquet a demandé la suspension du procès dans le cadre de la première tranche de l'enquête sur les commanditaires et les financiers du massacre, qui a fait 85 morts et plus de 200 blessés.
La vice-présidente de la région Emilie-Romagne, Elly Schlein, a également pris la parole : "Nous sommes ici en tant que partie civile de la région Emilie-Romagne, c'est une émotion d'être aux côtés de l'association des familles des victimes, à la ténacité de laquelle nous devons le fait d'être ici aujourd'hui, en espérant que ce sera un pas très significatif vers la vérité, que nous attendons depuis 40 ans".
Dans la même veine, la conseillère municipale de Bologne, Federica Mazzoni, qui porte la ceinture tricolore : "C'est un moment historique, car aujourd'hui s'ouvre - dit Mazzoni - le procès dans lequel nous aurons enfin la lumière sur les commanditaires et surtout sur les relations et le contexte, qui ont voulu, organisé et financé le massacre de notre gare il y a 40 ans. Bologne et la municipalité de Bologne ne pratiquent pas seulement les principes antifascistes, constitutionnels et démocratiques de manière abstraite. C'est le sens - souligne le conseiller municipal - de notre constitution en tant que partie civile, de notre proximité avec l'association des membres de la famille et des avocats de la partie civile, de notre pleine confiance dans le pouvoir judiciaire".
(...)
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 15:26 | |
| Parmi les accusés au nouveau procès de l'attentat de Bologne : Domenico Catracchia, amministratore dello stabile di via Gradoli 96 dove abitarono durante il sequestro Moro i leader delle Brigate Rosse Mario Moretti e Barbara Balzerani e dove, nel 1981, avrebbero trovato rifugio alcuni appartenenti ai Nar. (traduction) Domenico Catracchia, administrateur de l'immeuble de la via Gradoli 96 où vivaient les chefs des Brigades rouges Mario Moretti et Barbara Balzerani lors de l'enlèvement de Moro et où, en 1981, certains membres du Nar auraient trouvé refuge. Nar = Nuclei Armati Rivoluzionari ... Les Noyaux Armés Révolutionnaires (italien : Nuclei Armati Rivoluzionari, NAR) sont un groupe armé néo-fasciste italien actif de 1977 à 1985, pendant les années de plomb. _ _ _ |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 17:42 | |
| https://www.sassuolo2000.it/2020/11/27/strage-2-agosto-la-regione-parte-civile-nel-nuovo-processo-sui-mandanti/
Strage 2 agosto, la Regione parte civile nel nuovo processo sui mandanti
(traduction)
La région Emilie-Romagne a officiellement décidé d'intervenir dans le nouveau procès pénal - qui concerne quatre accusés - contre les auteurs du massacre de la gare de Bologne, en engageant une action civile.
La décision de se constituer partie civile", a déclaré la vice-présidente Elly Schlein, présente aujourd'hui dans l'hémicycle, représentant la région et aux côtés de l'Association des membres de la famille et de la municipalité de Bologne, "a été prise il y a quelque temps par la région et le président Bonaccini et se fait maintenant selon les procédures prévues.
"Le procès - ajoute M. Schlein - devra reconstruire les responsabilités aux plus hauts niveaux, en essayant d'identifier les dirigeants et les financiers de l'une des pages les plus sombres de notre pays. C'est un devoir, en tant que représentant de la communauté régionale, d'être aux côtés de l'association des familles des victimes du massacre dont la ténacité et la détermination font qu'aujourd'hui s'ouvre un processus que nous espérons voir aboutir à la pleine vérité que nous demandons et attendons depuis quarante ans".
"Beaucoup s'est passé - rappelle le vice-président - depuis ce terrible 2 août, qui reste marqué dans la conscience du pays comme un événement tragique et comme une blessure toujours ouverte, pour les nombreuses vies brisées et la souffrance des familles. Ce nouveau chapitre, grâce au travail soigneux et méticuleux effectué dans les enquêtes du parquet général, ravive l'espoir d'obtenir une vérité complète. D'ici là - conclut M. Schlein - en tant que Région, nous poursuivrons notre engagement, aux côtés de l'Association des familles des victimes et des autres institutions, toujours avec le soutien d'une large participation de la communauté bolognaise et régionale".
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 17:51 | |
| https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/strage-bologna-via-nuovo-processo-4-indagati-8489e2ee-7749-465c-9a6f-0fb1f8f24551.html
27 novembre 2020
(traduction)
2 août 1980 : quatre-vingt-cinq morts et plus de deux cents blessés
Massacre de Bologne, le nouveau procès de quatre suspects est sur le point de commencer.
"Le procès d'aujourd'hui est certainement le début d'un processus historique, car il conduira très probablement à la vérité complète sur le massacre de Bologne. C'est un fait important non seulement pour les parents des victimes, mais pour tous les citoyens italiens" : ainsi s'exprime le Président de l'Association des parents des victimes du 2 août 1980, Paolo Bolognesi.
Aujourd'hui, le nouveau procès du massacre du 2 août 1980 s'est ouvert à Bologne. Les accusés ayant fait l'objet d'une demande d'inculpation sont Paolo Bellini, ancien de l'Avant-garde nationale, qui serait un exécuteur du massacre, en concurrence avec les condamnés "Nar" et Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato et Mario Tedeschi, tous morts et qui seraient les auteurs, les financiers ou les organisateurs de l'attentat. Demande de jugement également pour l'ancien général de la Sisde Quintino Spella et l'ancien carabinier Piergiorgio Segatel, pour détournement, et Domenico Catracchia, administrateur de la copropriété immobilière de Via Gradoli à Rome pour fausses informations afin de détourner l'enquête.
(...)
Le bureau du procureur général de Bologne, dans le cadre de l'enquête sur les commanditaires et les financiers du massacre, a analysé les mouvements des comptes bancaires et, en particulier, du compte "Bologna", en se référant au chef de la Loge P2, Licio Gelli, et a conclu que l'opération subversive qui a abouti à l'attentat du 2 août 1980, a été menée par des hommes de la Loge P2 et a bénéficié d'une avance financière entre le 16 février 1979 et le 30 juillet 1980, trois jours avant le massacre, et d'un solde financier qui a commencé à se régler à partir du 22 août 1980.
(...)
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 20:26 | |
| L'audition préliminaire se poursuivra le 11 janvier 2021, et deux autres dates ont déjà été fixées : les 18 et 25 janvier.
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| | | totor
Nombre de messages : 1451 Date d'inscription : 11/11/2012
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Ven 27 Nov 2020 - 22:44 | |
| Vous pensez que ça a un rapport avec le pistolet bolognaise de Boubouche ? |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 28 Nov 2020 - 2:15 | |
| Je note le rôle d'un ancien de Avanguardia Nazionale (fondé le 25 avril 1960 par Stefano Delle Chiaie), le financement par Lico Gelli de la P2 et le fait que l'immeuble du 96, via Gradoli a abrité des membres des Brigades rouges puis des Nar...
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 28 Nov 2020 - 8:37 | |
| https://www.articolo21.org/2020/11/squarci-di-luce-sulla-strage-di-bologna/
(traduction)
Lumière sur le massacre de Bologne
27 novembre 2020
Aujourd'hui, à Bologne, un procès a été ouvert pour identifier les auteurs du massacre du 2 août 1980, qui a tué 85 personnes à la gare de Bologne et en a blessé 200.
Et les nouvelles ne sont pas vraiment peu nombreuses ni de peu d'importance. Au niveau des accusés, tout d'abord : l'ancien général de la Sisde Quintino Spella et l'ancien carabinier Piergiorgio Segatel, appelé à répondre de l'erreur d'orientation, qui est rejoint par Domenico Catracchia, qui en sa qualité d'administrateur du condominium romain de Via Gradoli a fourni de fausses informations aux procureurs chargés de l'enquête sur le massacre. L'ancien membre de l'Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, reconnu dans le cadre d'un film amateur "tourné" par un touriste allemand, de la fenêtre d'un train passant par la gare de Bologne quelques minutes avant l'explosion. Et puis tous ceux qui auraient été indiqués comme commanditaires, financiers ou collaborateurs du massacre mais qui sont morts entre-temps : Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato et Mario Tedeschi. En outre, le procès ouvert au tribunal de Bologne devrait faire la lumière sur les relations entre le père de Paolo Bellini, Aldo Bellini, et le procureur de Bologne Ugo Sisti (décédé en 2009). Entre les deux, il y aurait eu une amitié qui aujourd'hui peut être considérée comme embarrassante, car pendant les heures du massacre à la gare de Bologne, les deux se seraient rencontrés dans l'hôtel d'Aldo Bellini. Mais non seulement que, selon les documents du ministère public, au cours de l'été 1980, entre le magistrat de Bologne et Bellini senior, il y a eu un transfert d'argent relatif à l'achat et à la vente d'une propriété à Ancône mais - selon un rapport que vient de déposer le GdF - cela aurait été un acte instrumental pour justifier les flux d'argent entre les deux, qui peuvent être datés entre l'été et le mois de décembre 1980. Ce fait et d'autres confirmeraient la collaboration de Paolo Bellini avec les services secrets, ainsi qu'avec la frange d'extrême droite, qui a collaboré à l'exécution du massacre de Bologne. Jeune homme, Bellini a reçu une formation militaire dans un pays étranger et est connu pour avoir tué Alceste Campanile en 1975 ; dans les années 90, il a été utilisé comme tueur à gages par l'"ndrangheta reggiana". Plus tard, il est devenu un collaborateur de la justice, mais les enquêtes autour de l'homme des services l'ont placé - selon les dires d'autres collaborateurs de la justice - dans la sphère de Cosa Nostra au moment des massacres, mais aussi engagé en Sicile pour récupérer des œuvres d'art volées par le crime organisé au nom de l'État.
L'audience préliminaire qui a eu lieu ce matin a vu l'établissement d'une action civile par la municipalité de Bologne, l'Association des familles des victimes du massacre, représentée par Paolo Bolognesi, qui a qualifié ce qui venait de commencer de "procès impensable il y a encore quelques années". Le procès d'aujourd'hui est le début d'un processus historique, car il conduira très probablement à la vérité complète sur le massacre de Bologne. C'est un fait important non seulement pour les parents des victimes, mais pour tous les citoyens italiens, de la Région Emilie-Romagne représentée à la Cour par le Vice-président Elly Schlein : "C'est une émotion d'être aux côtés de l'association des parents des victimes - a déclaré le Vice-président Schlein - à la ténacité de laquelle nous devons le fait d'être ici aujourd'hui, en espérant que ce sera un pas important vers la vérité que nous attendons depuis 40 ans". Après l'admission des parties civiles - parmi lesquelles se distingue l'absence de Trenitalia - le tribunal a reporté les prochaines audiences prévues pour les 11, 18 et 25 janvier 2021. Il est clair que parmi les parties civiles admises figure également le procureur général de l'État.
Mais les documents déposés par le ministère public de Bologne éclairent les véritables mystères des années les plus sombres de l'Italie de l'après-guerre. Comme la mort de Francesco Mangiameli, un représentant de la formation d'extrême droite Terza Posizione et qui aurait été tué par un commando Nar le 9 septembre 1980 ; son meurtre serait la punition de son opposition au massacre, avec lequel les forces subversives de droite (mais probablement aussi les "services déviants") voulaient écarter un témoin très gênant et dangereux. D'autres faits qui seront analysés au cours du procès verront des détails et des personnages passés au crible ; comme Domenico Catracchia, qui en sa qualité d'administrateur de copropriété aurait joué un rôle dans la stipulation des contrats de location des appartements utilisés par le Nar en 1981, dans la Via Gradoli 65 et 96. Catracchia lui-même aurait loué en 1978 l'appartement qui a été utilisé par les Brigades rouges pendant les trente premiers jours de l'emprisonnement d'Aldo Moro. Catracchia a été défini dans le passé comme un homme de services, sans l'ombre d'un doute.
Tout le système accusatoire risquait de tomber dans l'oubli, grâce à la voie du dépôt qui avait été prise il y a 3 ans par le parquet "ordinaire" ; Seule une intervention du bureau du procureur général aurait déterminé la réouverture de l'enquête sur le détournement, à partir de cette piste palestinienne qui, dès les premières heures, avait été indiquée comme l'origine du massacre, avec l'implication du terroriste Carlos, pour couvrir la collaboration entre Avanguardia Nazionale, Terza Posizione et Nuclei Armati Rivoluzionari, qui - financés par la P2 et les services - ont préparé la bombe qui a explosé le 2 août 1980, dans la salle d'attente de la deuxième classe. Et la "piste palestinienne" est rappelée aujourd'hui, au Parlement, par Federico Mollicone, député de Fratelli d'Italia, qui invoque une commission d'enquête parlementaire pour faire la lumière sur le rôle du "réseau séparé" du terroriste vénézuélien/palestinien, Ilich Ramirez Sànchez, plus connu sous le nom de Carlos "le chacal". L'un des partisans du "champ de courses palestinien", non seulement pour le massacre de la station, mais aussi pour l'abattage du DC9 de l'Itavia, quelques mois avant l'attentat de la place Medaglie d'Oro, de l'ancien sénateur Carlo Giovanardi. Selon les tenants de cette théorie, la campagne de massacres de ces mois-là a été causée par la "rupture" du soi-disant Lodo Moro, un accord secret entre l'Italie et le fedayn qui aurait vu ce dernier garantir de s'abstenir de mener des attaques sur le sol italien en échange d'un libre transit d'hommes, d'armes et de matériels utiles à la cause palestinienne. Le "Lodo Moro" - selon les partisans de cette thèse - a été brisé par les Carabiniers en novembre 1979, avec la saisie à Ortona de missiles sol-air soviétiques destinés au Front Populaire de Libération de la Palestine ; et la conséquence la plus immédiate a été l'abattage du DC9 à Ustica le 27 juin 1980 et le massacre de la gare de Bologne le 2 août de la même année. La théorie a été écartée à plusieurs reprises par le pouvoir judiciaire, mais des représentants de la droite parlementaire ramènent ponctuellement la théorie qui a été utilisée initialement pour induire les enquêtes en erreur. Et c'est précisément pour faire la lumière sur les tentatives de tromperie que le bureau du procureur général a repris les documents des enquêtes, menant à ce nouveau procès.
L'un des premiers partisans de la "voie palestinienne" a été l'ancien ministre de l'Intérieur, puis le président de la République, Francesco Cossiga. C'est à Cossiga que la "primevère noire" Paolo Bellini a adressé un télégramme, lorsque Cossiga a terminé son mandat de sept ans au Quirinal : "Vous serez toujours mon président", a écrit Bellini. Pour révéler le contexte, la femme de l'ancien Nar, Maurizia Bonini, qui a vu en mai dernier le "filmino" du touriste allemand, peu après le procès qui a conduit à la condamnation à la prison à vie de Gilberto Cavallini, a déclaré sans hésiter : "J'ai vu la vidéo à ce moment-là et je peux dire que la personne représentée dans l'arrêt sur image immédiatement après la colonne est mon ex-mari".
Un procès historique, qui vise à faire la lumière sur l'un des mystères italiens les plus douloureux.
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 28 Nov 2020 - 12:21 | |
| https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/20_novembre_28/strage-bologna-legami-mai-emersi-servizi-deviati-soldi-all-ex-an-a54e6194-3157-11eb-a619-e288ddd801ef.shtml
Strage di Bologna, i legami mai emersi con i servizi deviati e i soldi all’ex di An
28 novembre 2020 (modifica il 28 novembre 2020 | 10:42)
(traduction)
Un seul fil noir a uni toute la droite subversive qui, dans les années de terreur, pouvait compter sur les flux d'argent que Licio Gelli distribuait en mille ruisseaux pour financer la stratégie de la tension.
(...)
Au contraire, c'est précisément à partir de ce document que les magistrats en viennent à émettre l'hypothèse que l'argent détourné par le krach de la banque Ambrosiano a servi à financer le massacre de Bologne. Auquel non seulement le Nar a participé mais aussi Paolo Bellini, dont le militantisme dans Avanguardia nazionale (An) et surtout celui de son père Aldo est reconstitué en 158 pages, fasciste attaché, comme l'écrivent les magistrats, par Stefano Delle Chiaie, fondateur d'An (décédé), aux services secrets et à Umberto D’Amato.
(...)
L'interrogatoire de Catracchia
Mais dans les nouveaux journaux, il y a aussi un mémoire approfondi des avocats civils Andrea Speranzoni, Roberto Nasci et Lisa Bencivelli, sur les mensonges allégués racontés lors de l'interrogatoire par Domenico Catracchia, l'administrateur des bâtiments de la Via Gradoli à Rome, où non seulement les Nar mais avant eux les BR avaient des repaires. Ces appartements appartenaient à deux sociétés écrans des services secrets, mais Catracchia aurait nié, malgré son amitié avec le chef de la police de l'époque Vincenzo Parisi, pour qui il gérait également certaines maisons de cette Via Gradoli, carrefour des brigades rouges, noirs et 007 infidèles. Dans une interception le 3 octobre 2019, le promoteur immobilier évoque «les entraves de Parisi», mais deux mois plus tard, il est incapable d'en expliquer le sens aux magistrats. Le même nom de Catracchia, le 18 octobre 2019, a été rappelé par l'ancien brigadier Adriana Faranda, qui est resté via Gradoli 96 lors de l'enlèvement d'Aldo Moro, un endroit loué par lui. Enfin, dans son acte d'accusation, le procureur général écrit noir sur blanc ce que les Nar ont toujours nié, à savoir que le dirigeant sicilien Francesco Mangiameli de TP, tué en septembre 1980, a été tué "parce qu'il s'est dissocié du massacre". Même derrière ce meurtre, pour ceux qui enquêtent, "on voit la main sinistre des services détournés, dirigés par des représentants de la loge maçonnique P2".
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| | | Limir
Nombre de messages : 248 Date d'inscription : 23/11/2017
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Sam 28 Nov 2020 - 16:37 | |
| A Frédéric, tres d'accord, surtout concernant "l'émancipation de la condition- plus que de la condition, de l'état - de victime nécessitait d'avoir compris ce qui vous est tombé sur la tête". et sauf sur la finale, car l'Italie avance, trop peu, mais en avant ... C'est la Belgique qui fait du sur place, et donc recule. |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Lun 30 Nov 2020 - 11:49 | |
| https://www.articolo21.org/2020/08/bologna2agosto1980-la-peggior-strage-della-storia-recente-deuropa/
(...)
La bomba di Bologna, come tutte le stragi della strategia della tensione, ha richiesto una lunga preparazione prima e una accurata copertura dopo. Con piani di fuga, depistaggi e soldi per garantire le giuste coperture. Rimane una domanda per ora senza risposta: chi diede quei soldi a Gelli, arrivati in Svizzera attraverso i conti del Banco Ambrosiano in Uruguay? Forse c’era qualcuno che lo sapeva, Roberto Calvi. Quel segreto lo ha portato con se sotto il Blackfriars Bridge, il ponte di Londra dove venne ucciso.
(traduction)
La bombe de Bologne, comme tous les attentats de la stratégie de la tension, a nécessité une longue préparation avant et une couverture approfondie après. Avec des plans d'évasion, des diversions et de l'argent pour assurer une bonne couverture. Une question reste pour l'instant sans réponse : qui a donné cet argent à Gelli, argent qui est arrivé en Suisse par le biais des comptes du Banco Ambrosiano en Uruguay ? Il y avait peut-être quelqu'un qui le savait, Roberto Calvi. Ce secret, il l'a emmené avec lui sous le pont Blackfriars ("pont des dominicains"), le pont de Londres où il a été tué.
_ _ _
www.italianinsider.it
Calvi drama wrapped in a Cold War intelligence web
By Philip Willan
Rome — When police recovered the body of Roberto Calvi from scaffolding under Blackfriars Bridge they found a variety of objects in his pockets. There were five bricks and stones, more than 7,000 pounds in foreign currencies, and the business card of a leading City of London lawyer. The latter was perhaps the most natural object to be carried by the chairman of a leading Italian bank, but closer examination of its significance leads us into an extraordinary labyrinth of Cold War intelligence connections.
The business card belonged to Colin McFadyean, a senior partner at top City law firm Slaughter and May. The firm had close ties to Britain’s intelligence establishment dating back to World War II, when many partners worked for the Special Operations Executive (SOE), a clandestine warfare unit specialising in sabotage. McFadyean himself had been recuited into wartime naval intelligence by Ian Fleming, the creator of James Bond.
McFadyean told City police he had never met Calvi and had never done any work for his Banco Ambrosiano, and British authorities minimised the connection. The existence of the card only became public in 1983, a year after Calvi’s death, and after two inquests had been held without casting much light on the circumstances of the banker’s demise.
McFadyean was a director of 17 companies, some of them with a connection to the worlds of arms and intelligence. Artemis Fine Arts, for example, was used to launder money and reward people for services to the Western cause during the Cold War, or so I was told by a source who frequented this cloak-and-dagger world.
One of McFadyean’s colleagues at Artemis was Viscount Arnold van Zeeland, a Belgian financier and art expert. His name meant nothing to me when I came across it in court documents from the Calvi murder trial. But thanks to information provided to me recently by a correspondent, Van Zeeland’s name has opened doors to interlocking chambers where it is likely that much high-level intrigue was conducted at the height of the Cold War.
Van Zeeland’s father, Paul, it turned out, had been prime minister of Belgium. He had also been a founder member of the Bilderberg Group, a secretive forum in which the world’s social, political and economic elite meets to discuss global problems, and an object of enduring suspicion on the part of conspiracy theorists.
The Bilderberg Group was the brain-child of Jozef Retinger, a supporter of the anti-Nazi resistance in Poland and a CIA-financed campaigner for the unification of Europe. In a brief essay about the origins of the group, Retinger explained that he and his friends had been concerned at a climate of growing distrust between Western Europe and the United States at the beginning of the 1950s. Informal meetings between eminent representatives of the two continents would serve to heal the breach.
The West’s response to the challenge of communism was a key issue from the start. “The attitude towards Communism and the Soviet Union,” was the first topic discussed when the group met for the first time in Holland in May 1954. The European Defence Community and “Communist infiltration in various Western countries” were on the agenda at later meetings.
Among the early members of the group were Sir Colin Gubbins, head of SOE at the end of the war, and Antoine Pinay, a right-wing French politician who was a tireless anti-communist schemer. Participants at later meetings included General Lyman Lemnitzer, the American military officer whose name is associated with Operation Northwoods, a plan to stage false flag terrorist attacks in the United States to justify a military invasion of Cuba, and Mario Pedini, an Italian MP who was a member of Licio Gelli’s anti-communist P2 masonic lodge. Roberto Calvi too was a -- possibly reluctant -- member of P2.
The group, Retinger wrote, was to become a “factory of initiative”. It would not implement the ideas itself, however, preferring “that they should be passed on to some person or organisation who could further develop them”.
One of the people who could provide a useful connection between the group’s ideas and those capable of translating them into action was Charles (C.D.) Jackson, who helped to set up the Bilderberg’s North American branch. Like Gubbins, Jackson had a background in clandestine warfare, having been responsible for General Eisenhower’s psychological warfare department in North Africa and then in London.
After the war Jackson became vice-president of Time Inc., and president of the National Committee for a Free Europe, which was funded by the CIA and controlled Radio Free Europe. He also threw his weight behind another effective Cold War instrument, the Pro Deo Movement, founded by a remarkable Dominican priest from Belgium, Father Felix Morlion.
Morlion’s propaganda and espionage empire was set up in Brussels before the war and went on to include the Pro Deo University in Rome, now known as LUISS. Funded by the CIA and by Fiat president Vittorio Valletta -- another Bilderberger – Morlion’s “journalistic” establishment provided US intelligence with information on the Vatican and from a worldwide network of correspondents.
Fr Morlion cut his teeth in the espionage and propaganda business in pre-war Belgium, where his Catholic Press Centre campaigned against moral decadence in the cinema and communist infiltration of Belgian industry. He reportedly entered into contact with Britain’s Secret Intelligence Service (MI6) at this time. The British were keen on his anti-communism but even more interested in his contacts with Catholic dissidents in Nazi-ruled Germany.
Morlion’s intelligence-gathering and anti-communist agitation continued during and after the war under American auspices. US spy chief Bill Donovan helped him escape from Belgium to Portugal in 1940 and then to greater safety in New York, ultimately financing his move to Italy in 1944.
The Dominican priest’s anti-communist activities made him a natural ally for Licio Gelli and Roberto Calvi’s P2 organisation. In a self-praising book entitled “Licio Gelli, European Poet”, Gelli published a diploma, written in Latin, confirming his receipt of an honorary degree in “financial science” from the International Pro Deo University of New York in October 1995.
The younger generation of Van Zeelands was also involved in anti-communist action. Arnold van Zeeland’s brother-in-law, Count Arnould de Briey, was reportedly involved in a military coup plot in Belgium in 1973. De Briey was allegedly a leading figure in the French-speaking faction of the plotters. The operation is said to have been called off at the last minute as a result of ethnic feuding between the French and Flemish-speaking components of the conspiracy.
Three potential witnesses to the plot are believed to have been killed in the course of the “Brabant massacres”, a series of apparently random shootings in which 28 people were killed. The massacres, which took place in the first half of the 1980s, have sometimes been attributed to the Belgian version of Italy’s Gladio stay-behind network, in a Central European version of the “strategy of tension”.
Both Calvi and McFadyean appear to have frequented circles and institutions that were involved in a secret battle against communism in the second half of the 20th century. Institutions such as the Bilderberg Group may well have put conspirators in touch with one another, even if the subsequent action was pursued elsewhere, as Retinger seemed to suggest.
Melanie McFadyean, the British lawyer’s journalist daughter, made contact on my behalf with some of her father’s intelligence friends as I was updating my book “The Vatican at War”. None of them wanted to talk, telling her it was “better to let sleeping dogs lie”. No one suggested, though, that the dog didn’t exist.
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Lun 30 Nov 2020 - 14:31 | |
| Sur Arnold van Zeeland_ _ _ Sur Arnould de Brieyhttp://connaitrelawallonie.wallonie.be/fr/lieux-de-memoire/de-briey-arnoul-arnould#.X8T1dROg-Ul (...) L’inscription gravée sur une plaque de bronze rappelle qui était Arnoul de Briey : PRÉSIDENT FONDATEUR DU GROUPEMENT DES LUXEMBOURGEOIS DE BRUXELLES GRAND MAITRE DE LA CONFRERIE ST ARNOULD (sic) DU COMTÉ DE CHINY Au-delà des fonctions affichées sur le monument, Arnoul de Briey était d’abord un militaire. Marié à la fille de Paul Van Zeeland (1947), il est le 6e enfant d’Anne d’Ursel et de Renaud de Briey (1880-1960) ancien fonctionnaire au Congo belge, administrateur de la liste civile du roi et catholique doctrinaire fondateur d’un Parti de la Renaissance nationale. Particulièrement investi dans le parti favorable au retour de Léopold III au sortir de la Seconde Guerre mondiale, Arnoul de Briey s’inscrit dans la même mouvance politique que son père, tout en faisant carrière au sein de l’administration. Il était haut fonctionnaire au département de la Coopération au développement (AGCD) quand il décède en 1975. Après une série d’initiatives ponctuelles à la fin des années 1950, c’est en novembre 1959 que de Briey prend l’initiative de constituer le « groupement des Luxembourgeois de Bruxelles », en fédérant les efforts respectifs de l’Amicale Saint-Hubertoise, du Cercle Gaumais et de l’Amicale des Anciens Chasseurs Ardennais. L’un des objectifs de ce groupement est de faire pression sur le monde politique afin que la « belle province » soit davantage représentée tant au gouvernement que parmi les chefs de Cabinet. Par ailleurs, c’est en 1967, qu’il contribue à l’émergence d’une 4e confrérie luxembourgeoise, celle de Saint Arnoul du comté de Chiny (décembre 1967). Par ailleurs ce proche de Jean Militis voit son nom étroitement associé à un groupe de personnalités ( Militis, Desmarets, Vivario, Beaurir, Vanden Boeynants, etc.) soupçonnées d’avoir fomenté un coup d’état en Belgique, durant l’été 1973, visant à déstabiliser l’État ; selon le journaliste Hugo Gijsels, il était le personnage-clef du groupe francophone impliqué dans ce complot, sans que l’on en sache davantage (GIJSELS, p. 197), si ce n’est que, dans les années 1920, déjà, Renaud de Briey avait publié un ouvrage (L’épreuve du feu) où il prônait l’instauration d’une monarchie autoritaire et corporative. (...) _ Note : Jean Militis était un ami de Robert Close et aussi de André Moyen... _ Voir aussi : https://plus.lesoir.be/art/portraits-de-famille-iv-la-famille-de-briey-le-pouvoir-_t-19990927-Z0H9W8.html La famille de Briey, le pouvoir des maîtres de forgesLe 27/09/1999 (...) Porter le nom de Briey aujourd'huiJe me suis engagé à l'armée pour servir. Servir avec un grand «S». Le Comte Charles de Briey, longtemps instructeur à l'école de blindés d'Arlon, a terminé sa carrière militaire comme lieutenant-colonel. Je ne suis pas allé plus loin car j'ai refusé de retourner une nouvelle fois en Allemagne. Mes enfants devenaient grands, il était temps que je m'établisse à un endroit précis pour qu'ils puissent poursuivre leurs études. Cet endroit précis, c'est Arlon. Avec son fils Olivier, cadre au service juridique de Ferrero, ils sont les seuls à habiter et à avoir une profession en Luxembourg. (...) https://issuu.com/bistraat/docs/rdv20 Rendez-Vous Mag N20 Published on Jun 25, 2009 |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Lun 30 Nov 2020 - 19:30 | |
| La Repubblica delle stragi impunite Ferdinando Imposimato
(traduction)
La confirmation du lien CIA-Maçonnerie-Vatican provient également d'un dossier secret saisi à Licio Gelli en Uruguay, au nom de Federico Umberto D'Amato, où l'on peut lire : "top secret, les informations confidentielles recueillies sur le Dr D'Amato concernent [...] une collaboration, datant de plus de vingt ans, avec les milieux Pro Deo Vatican-OSS-CIA". Dans les archives de Gelli, il est d'ailleurs fait mention des services d'information appartenant à Morlion, père dominicain, "chef du réseau OSS" et fondateur de Pro Deo. Le document affirme :
Au départ, les services USA-OSS étaient couverts par l'organisation CIP "Centri informazione Pro Deo" (Centres d'information Pro Deo). Ont collaboré avec Morlion, qui aspirait à un régime franquiste, Mme Brady Anna, Obolonsky, Smider, Sleser. La même année, les bases d'une collaboration entre le Bureau des affaires réservées ont été jetées et Monseigneur Ferrero et le Dr Croce ont été chargés du secteur Pro Deo. Les bureaux de ces services étaient situés au 122, via del Tritone, puis au 12, via Pola ; la direction et le tri du matériel d'information se faisaient de concert entre Monseigneur Ferrero et le Dr D'Amato.
Mais il y a quelque chose de plus pour clarifier ce puzzle. Le père Morlion, était non seulement à la tête des services secrets du Vatican mais, selon Sergio Flamigni, un "agent de la CIA". D'ailleurs, déjà après l'armistice du 8 septembre 1943, les Etats-Unis avaient pressé le cardinal Montini, alors conseiller de Pie XII, d'établir un service de renseignements du Vatican entre les deux Italies, celle qui était libérée et celle qui était encore occupée par les nazis. Pour les Américains, le "facteur V" était crucial. Et ce d'autant plus dans les années 70 et 80, lorsqu'un affrontement a lieu au Vatican entre les "progressistes" de Casaroli et les conservateurs de l'Opus Dei, soutenus par le pape et le cardinal Marcinkus. Ces documents entraîneraient même la demande de documents compromettants au chef de l'IOR par le secrétaire particulier du cardinal Casaroli, comme nous le dit l'agent secret Francesco Pazienza.
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| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Mar 1 Déc 2020 - 9:30 | |
| Jean Militis était un ami de André Moyen, de Robert Close et de Arnould de Briey. Ce dernier était le beau-frère de Arnold Van Zeeland qui, dans les années 1960, travaillait chez Brufina, financier de "Milpol". |
| | | HERVE
Nombre de messages : 21555 Date d'inscription : 08/12/2009
| Sujet: Re: attentat de la gare de bologne Mar 1 Déc 2020 - 15:57 | |
| Colin McFadyean constitue un lien entre Roberto Calvi et Arnold Van Zeeland ("Artemis") http://enmemoire.sudinfo.be/annonce/195086031497891760/van-zeeland-arnold https://www.altenloh-greindl.be/necrologies/fr/2019-10-05/vicomtesse-(arnold)-van-zeeland/3923.htm |
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